Il Molise investe sul biogas. Con un totale di 1,6 milioni di euro, cinque aziende della provincia di Campobasso potranno usufruire dei finanziamenti previsti dal Bando Psr Molise 2007/2013. I progetti presentati dagli imprenditori operanti nel settore agro-zootecnico del territorio, dovranno rispettare gli impegni assunti in ambito internazionale con la conferenza di Kyoto e quelli relativi al "Pacchetto Clima 20/20/20". Una particolare attenzione
sarà prestata, quindi, alla promozione e all'utilizzo delle fonti rinnovabili. E il biogas è una delle fonti energie alternative a quelle fossili.
sarà prestata, quindi, alla promozione e all'utilizzo delle fonti rinnovabili. E il biogas è una delle fonti energie alternative a quelle fossili.
Ma quali sono i principali vantaggi?
Il biogas rappresenta una grande opportunità per l’agricoltura e l’ambiente, nella misura in cui
concorre all’integrazione del reddito agricolo, alla valorizzazione dei suoi sottoprodotti.
La prospettiva è quella dell’azienda multifunzionale.
Se confrontato con le altre bioenergie, il biogas presenta una serie di punti di forza, tra cui l’elevato rendimento energetico (per esempio rispetto a caldaie e motori a olio vegetale) ed elettrico rispetto al consumo totale di energia (35-40%) e per ettaro coltivato. È poi una fonte energetica complessa che cioè impiega una vasta gamma di materie prime – residui agricoli, zootecnici, agroindustriali, da Forsu (Frazione organica da rifiuti solidi urbani), colture dedicate di primo e secondo raccolto, ma anche fanghi di depurazione - che sono ampiamente diffuse su gran parte del territorio italiano. Un aspetto quest’ultimo che ne fa una fonte fortemente legata ai territori e in particolare all’agricoltura. Il biogas, infatti, è in grado di valorizzare i residui che altrimenti verrebbero trattati come rifiuti e che spesso sono una grave fonte di inquinamento (con tecnologia adeguata il digestore sarebbe anche in grado di ridurre le concentrazioni di ammoniaca, producendo fertilizzanti azotati che in questo modo non devono essere prodotti da impianti chimici dedicati).
La prospettiva è quella dell’azienda multifunzionale.
Se confrontato con le altre bioenergie, il biogas presenta una serie di punti di forza, tra cui l’elevato rendimento energetico (per esempio rispetto a caldaie e motori a olio vegetale) ed elettrico rispetto al consumo totale di energia (35-40%) e per ettaro coltivato. È poi una fonte energetica complessa che cioè impiega una vasta gamma di materie prime – residui agricoli, zootecnici, agroindustriali, da Forsu (Frazione organica da rifiuti solidi urbani), colture dedicate di primo e secondo raccolto, ma anche fanghi di depurazione - che sono ampiamente diffuse su gran parte del territorio italiano. Un aspetto quest’ultimo che ne fa una fonte fortemente legata ai territori e in particolare all’agricoltura. Il biogas, infatti, è in grado di valorizzare i residui che altrimenti verrebbero trattati come rifiuti e che spesso sono una grave fonte di inquinamento (con tecnologia adeguata il digestore sarebbe anche in grado di ridurre le concentrazioni di ammoniaca, producendo fertilizzanti azotati che in questo modo non devono essere prodotti da impianti chimici dedicati).
Diversamente dalle altre bioenergie, il biogas può essere trasformato in biometano ed essere immesso nella rete del gas o utilizzato come carburante nei trasporti in sostituzione del metano di origine fossile. Il biogas agricolo ha la sua ragion d’essere nell’uso ottimale delle risorse del fondo ed è destinato principalmente a
impianti di piccola taglia per la cogenerazione di elettricità/calore.
Tuttavia vanno evidenziate alcune criticità. Il biogas diventa una risorsa energetica valida quando si può verificare l'origine delle materie prime, quando possiamo verificare l'uso delle colture dedicate e l'uso efficiente del calore, quando c'è la garanzia per la salute dei cittadini e l'impiego corretto del digestato.
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