Problema idrico, acqua potabile inquinata, il caldo torrido non aiuta il comune di Conca Casale. Il primo cittadino, Luciano Bucci, spiega quali sono le problematiche che attanagliano il piccolo comune sulla questione idrica. < A Conca Casale sono 20 anni circa che ci sono problemi di siccità. Il territorio ha a diposizione un acquedotto a caduta che proviene dalle Mainarde, l’ex acquedotto degli Aurunci, e purtroppo, essendo un paese montano, in estate il livello dell’acqua tende ad abbassarsi bruscamente, la pressione diminuisce e la fornitura dell’acqua è a singhiozzo. L’acquedotto è così costretto a lavorare in fasce orarie stabilite, l’erogazione ha inizio alle ore 5:00 del mattino e termina alle ore 23:00, e i disagi sono assicurati per l’intermittenza della fornitura>. Un mezzo per aggirare e risolvere questo problema è l’utilizzo di un pozzo, continua Bucci. < Nel 2001 fu costruito un pozzo, costato 400 mln di lire, con una profondità di 460 metri, però chi lo costruì non pensò all’allaccio dell’elettricità. E’ un pozzo fatto bene ma non funzionante, servirebbero altri soldi per l’allaccio della corrente.
Dal 2001 ad oggi nessuna amministrazione ha pensato di continuare i lavori al pozzo, un mezzo valido per ovviare al problema dell’acqua, ma si sa nei piccoli centri le opere iniziate da amministrazioni passate vanno nel dimenticatoio se pur buone. L’attuale amministrazione - continua il sindaco - ha provato a far funzionare il pozzo ma non essendoci corrente, la pompa risulta bloccata, le carte progettuali mancano è impossibile proseguire. Tralasciando il problema del pozzo, il 27 giugno passato l’ARPA ha effettuato un campionamento dell’acqua pubblica prelevando un campione presso la fontana in piazza della Chiesa, e risulta inquinata dall’escherichia coli che sappiamo essere una contaminazione fecale. Pare ci siano delle infiltrazioni fognarie vicino la fontana>. I cittadini premono su questa emergenza idrica e hanno ragione, ma al momento il primo ad essere amareggiato per questa gravissima condizione è proprio il sindaco che cercherà di fare il possibile, per ora il primo passo è stato quello di vietare l’utilizzo dell’acqua potabile ad uso domestico con un’ordinanza sindacale.
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