Non c'è ancora una verità sulla morte dell'orso marsicano Stefano. Dal suo ritrovamento,sul versante molisano del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, sono passati soltanto cinque giorni, e quella che si è presentata da subito come una brutale esecuzione (tre le pallottole,di cui una probabilmente mortale alla testa) ha trovato una nuova versione dei fatti. Alcuni organi di stampa, infatti, hanno divulgato la notizia che le ferite sopra l'arcata orbitale dell'orso e quella sulla zampa sono dotate di qualche mese quindi non imputabili alla morte dell'orso.
E i pallini trovati sul dorso e in un testicolo dell'animale, secondo la stessa ricostruzione, sembrano provenire da un fucile per la caccia e non possono aver provocato ferite letali.
Ma come sono andate veramente le cose? Secondo Giuseppe Rossi, presidente del PNALM va precisato che "l'ente Parco non ha ancora ricevuto alcun referto, neppure informale, da parte dell'Istituto Zooprofilattico che sta eseguendo le indagini necroscopiche e tossicologiche". Niente di ufficiale, e niente che possa essere divulgato con assoluta certezza. "Dai primi accertamenti fino ad ora compiuti-spiega Giuseppe Rossi- è emersa la certezza della presenza in più parti della carcassa di colpi da arma da fuoco di diverso calibro, i quali testimoniano, inequivocabilmente come l'animale sia stato oggetto di atti di bracconaggio, che nessun e qualsivoglia esame definitivo esame di laboratorio potrà mai escludere". Ora ci chiediamo se dietro quel gesto possa esserci un disegno criminale. "Una delle ipotesi- dice Giuseppe Rossi- è che il Parco dia fastidio, con tutti i suoi vincoli, con la chiusura di alcune strade e provvedimenti di vario tipo. C'è chi per principio è contrario al Parco, ma, al momento, è presto per poter dire chi sia stato e perchè. Di atti di bracconaggio, purtroppo, nel parco ce ne sono sempre stati; negli anno '80 accadevano cose terribili, ma poi la situazione è cambiata, la sensibilità è aumentata e non vorrei assolutamente che si tornasse al passato". La morte di Stefano si aggiunge a quella dei 18 orsi uccisi con armi da fuoco a partire dal 1971. Molti sono stati uccisi dai lacci e bocconi avvelenati, altri per incidenti stradali. Sono tutti crimini causati dall'uomo.
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