mercoledì 17 luglio 2013

Ispra, le novità dell'ambiente nel 2012

Gli italiani si spostano sempre meno, e preferiscono l’automobile. E’ quanto emerge dai Dati dell’Annuario Ispra 2012  presentato oggi a Roma. Più in generale, il settore trasporti, in Italia, nel 2012, è responsabile del 23,4% delle emissioni totali di gas serra.
Le stime provvisorie di emissioni di gas per il 2012 (aggiornate al 30 giugno 2013), pari a
464,55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, evidenziano un’ulteriore diminuzione del 5%
rispetto al 2011, per il perdurare della congiuntura economica negativa, mostrando una riduzione

complessiva rispetto al 1990 del 10,5%. La distanza dai parametri imposti dal Protocollo di Kyoto si
assottiglia sempre di più, tanto da consentire all’Italia di arrivare al traguardo con uno sforzo
limitato, attraverso l’utilizzo dei crediti consentiti dai meccanismi del Protocollo stesso e dei crediti
derivanti dalle attività forestali.

 Se nel 2011 il numero di viaggi effettuati dei connazionali è diminuito del 16.6%, per contro sono aumentati gli arrivi e le presenze di turisti stranieri. Le stagioni calde sono quelle di maggior afflusso turistico, per lo più diretto sulle coste. Nel 2011,l’Italia presenta 4.901 acque di balneazione, di cui il 91,9% è conforme ai limiti imposti dalla Direttiva 76/160/CEE. Per 7 regioni costiere la percentuale di conformità ai valori guida è compresa tra il 90% e il 100%, in 4 è superiore all’80%, nelle restanti 4 è tra il 50% e il 72%.

  
Le minacce degli incendi

Buone notizie per quanto riguarda i preziosi “polmoni verdi” del nostro Paese: si attesta al 36%,
nel 2010, il coefficiente di boscosità, ben più alto di quel 28,8% registrato nel 1985.Un contributo
importante alla crescita della superficie boscata è dato dall’espansione delle foreste sulle aree
abbandonate dall’agricoltura. Fenomeno, questo, condizionato dalla crisi del settore agricolo e
dalle politiche comunitarie. La principale minaccia è oggi ancora rappresentata dagli incendi, il
72% dei quali, nel 2011, è risultato essere di natura dolosa, il 14% colposa e il restante 14% di
natura dubbia. Rimane tuttavia pesante la pressione esercitata sull’ambiente dalle attività industriali: continuano a preoccupare, infatti, gli effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee. Rilasciati, nel 2012, 13 provvedimenti di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale):
1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici. Negli anni, il ricorso a questo provvedimento è fortemente cresciuto: gli impianti vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012,mentre quelli ispezionati da 5 nel 2009 a 76 nel 2012. L’introduzione del tema “Valutazione e autorizzazione ambientale” (che si articola in VIA, VAS e AIA) rappresenta, tra l’altro, una delle grandi novità dell’edizione 2012 dell’Annuario ISPRA.


Dissesto geologico

 L’Italia ha un territorio  che presenta   un forte  dissesto geologico‐idraulico, le cause sono sia  le proprie
caratteristiche geologiche e geomorfologiche,sia  l’impatto dei fenomeni meteoclimatici oltre
alla diffusa e incontrollata presenza dell’uomo e delle sue attività.
Dal 1° novembre 2011 al 31 dicembre 2012,sul territorio nazionale,sono avvenuti 4.129 terremoti
di magnitudo maggiore o uguale a 2, ed è sensibilmente aumentato il numero di quelli con
magnitudo superiore a 5.
Le frane censite sono circa 487.000 e interessano un’area pari al 6,9% del territorio nazionale. La
popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti. Nel 2012 sono stati censiti
dall’ISPRA 85 eventi di frana principali sul territorio nazionale.
È stato inoltre stimato che in Italia le persone esposte ad alluvionisono 6.153.860.
Com’è noto, ISPRA, in collaborazione con il Sistema agenziale, ha sviluppato un sistema di
monitoraggio puntuale che rappresenta la più significativa collezione di dati a livello nazionale,
poiché ha ricostruito l’andamento del consumo di suolo dal secondo dopoguerra a oggi. In Italia,
infatti, sono stati consumati, in media, 7 metri quadrati
 al secondo per oltre 50 anni; oggi il consumo di suolo
raggiunge gli 8 metri quadrati al secondo. In pratica, ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una superficie pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e Firenze.



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