mercoledì 7 novembre 2012

Un po' di numeri a 10 anni dal terremoto

In Molise i soldi sono arrivati. E pure tanti. Ma ci sono stati troppi ritardi, sprechi e lungaggini burocratiche. Questa è la sintesi condivisa da tutti i relatori che ieri sono intervenuti a Santa Croce di Magliano al convegno “A 10 anni dal terremoto, considerazioni sullo stato della ricostruzione. Ritardi, prospettive, speranze”. Il dibattito è stato organizzato dal sindacato delle costruzioni della CGIL per fare il punto della ricostruzione post sisma del 2002.
«In regione la situazione è drammatica. Gli uffici tecnici comunali sono a corto di personale. 884 famiglie sono appese a un filo. 4500 abitazioni, di cui la metà prime case, sono ancora inagibili. 638 sono i nuclei familiari ancora in affitto, che dallo scorso maggio, pagano di tasca propria non percependo più il contributo di autonoma sistemazione».
Con questi dati, Pasquale Sisto, Segretario Generale FILLEA CGIL Molise, ha aperto l’incontro. «Ci sono 346 milioni di euro già stanziati per ultimare i lavori. Ma se i tecnici non presenteranno i progetti entro il 31 dicembre 2012 - continua Sisto - le cosiddette classi A diventeranno classi D. Ma ai COC, Centri Operativi Comunali, mancano i tecnici per poterli approvare tutti in tempi utili».
L’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Antonio Chieffo, nel suo intervento ha ammesso ritardi, errori e inefficienze del sistema. «Si rischia di perdere i fondi se non saranno utilizzati. Purtroppo ci sono progetti di classe A e di fabbricati rurali che ad oggi, non sono ancora stati presentati».
Anche Alberto Florio, sindaco di Santa Croce di Magliano, ha sottolineato rallentamenti e sprechi, e soprattutto, un organismo post sisma inefficace. «Le amministrazioni comunali non hanno avuto parte attiva: il tutto si è svolto mediante la struttura commissariale. Cosa ben diversa sta succedendo in Emilia Romagna dove i fondi saranno gestiti dalle singole amministrazioni».

La locandina del convegno
Il ripristino degli edifici danneggiati ha concesso l’opportunità di rilanciare l’economia molisana, offrendo lavoro alle imprese edili locali e al resto dell’indotto. Sono andate davvero così le cose?
«Analizzare ciò che non ha funzionato è giusto ma ci fa perdere tempo. Bisogna definire cosa e come fare per lasciarsi sfuggire meno soldi possibili e avviare nuovi cantieri». A parlare è Angelo Santoro, presidente ACEM Molise che aggiunge «il nostro settore sta morendo: siamo di fronte a una crisi di sistema in cui, mai come ora, operai e imprenditori sono dalla stessa parte».
Don Antonio Di Lalla, parroco di Bonefro, ha ricordato che nel suo paese, come in altri, c'è gente che vive ancora, fra tanti disagi, nei villaggi provvisori. E ha sottolineato che, l'allargamento del cratere sismico da 14 a 84 comuni, ha ulteriormente contribuito al rallentamento dei lavori di ricostruzione.
Tutti i presenti hanno evidenziato la necessità di guardare avanti, accelerare la rinascita delle nostre comunità e rilanciare il settore dell'edilizia, da sempre volano dell'economia molisana.

Foto da www.santacroceonline.com

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