lunedì 10 settembre 2012

TransIta in difesa della "Transiberiana d'Italia"


«Il tratto ferroviario Carpinone- Sulmona non deve essere chiuso». E' questo l'appello che sta rivolgendo in questi giorni la "TransIta" onlus alle istituzioni locali del Molise. Ma quali sono le motivazioni? Il presidente della onlus, Francesco Tufano, sostiene che le ragioni vanno rintracciate anzitutto nella storia del tratto ferroviario.
La Carpinone-Sulmona nasce, infatti,  dalla necessità di collegare Napoli a Pescara, a L’Aquila e Terni, in un momento storico in cui l’auto era l’unico modo per portare migliaia di studenti dai paesi dell’Alto Molise alle città di Isernia e Sulmona. 
«Da quando gli italiani hanno potuto permettersi più di un' auto nelle loro famiglie- chiarisce Tufano- il treno è diventato un optional ed i costi, peraltro sempre più onerosi, hanno di fatto reso antieconomica questa tratta».
Tuttavia bisogna affrontare la questione economica con un’analisi meno superficiale. Ci fa notare Francesco Tufano:« Antieconomica se si guarda solo i costi ed i ricavi ferroviari mentre, se guardiamo il complesso dello spostamento delle persone, faccio fatica a pensare che il divario sia tanto (ad esempio i costi delle corse sostitutive dei treni con bus, i costi per la manutenzione delle strade che i bus rompono con più facilità, i costi indiretti dovuti ad incidenti stradali, i costi ambientali che sono provocati dallo smog delle auto e così via)». Sulle soluzioni alternative sostiene:«Se invece di parlare di autostrade si parlasse di un collegamento ferroviario veloce fra San Vittore e Isernia/Campobasso/Termoli e di un collegamento ferroviario elettrico fra Isernia e Sulmona, si risparmierebbero miliardi di euro e l'ambiente ne godrebbe di enormi vantaggi». Questa proposta rimane tuttavia soltanto un’ipotesi: «Le regioni non hanno più molti soldi e una buona parte di questi sono stati stanziati per le strade. Di fatto, si è deciso in Molise come in altre regioni d'Italia di non pagare Trenitalia (Società della galassia della Holding Ferrovie S.p.a) con la conseguente sospensione dei servizi. Rete Ferroviaria Italiana (altra Società delle galassie della Holding Ferrovie S.p.a) a questo punto pensa bene di dirottare i soldi che riceve dal Governo per la manutenzione delle ferrovie anche minori e di destinarle all'Alta Velocità».

Eppure la tratta Carpinone-Sulmona non può essere destinata alla sola memoria storica. «Senza manutenzione la linea, così come avviene per qualsiasi altro immobile, è destinata a scomparire. Così, appassionati del mondo delle ferrovie, alcuni sindaci e le associazioni si  consorziano attraverso l'Associazione "TransIta"». Si  pensa ad  un piano di rilancio turistico sfruttando questa linea ferroviaria che è una grandiosa opera di ingegneria ferroviaria (la più alta d'Italia), di straordinaria bellezza, inserita nei primi 50 km di percorso nell'ASSOMAB dell'Alto Molise (tutela dell'UNESCO) e per i rimanenti 80 km nei parchi dell'Abruzzo, Molise e Lazio e del Parco della Majella. E incomincia la battaglia in difesa della "Transiberiana d’Italia":
«L'Associazione "TransIta", di cui mi onoro di essere presidente-continua Francesco Tufano- vuole solo lavorare in santa pace con una linea che resti funzionante dal punto di vista infrastrutturale, visto che il Governo annualmente stanzia i soldi per la sua manutenzione ordinaria. Inoltre questo onere non è stato minimamente preso in considerazione dai tagli. Pertanto bisogna strutturare dei pacchetti e dei programmi turistici per chi ama il turismo lento. Anche i bambini attraverso le gite scolastiche potrebbero scoprire questi luoghi. Non si chiedono stanziamenti o finanziamenti pubblici. Saranno soltanto i giovani di questo territorio a fare dei progetti che richiedono semplicemente tanta attenzione mediatica per far conoscere a tutti l'Alto Molise e l'Abruzzo Marsicano». E sul riutilizzo del tratto ferroviario fa un esempio:«Pensiamo  alla possibilità di organizzare i treni della neve per Roccaraso o Campo di Giove con gli sciatori di Campania e Lazio. Sono solo sogni o sono realtà non sfruttate? Per non essere sottoposti al ricatto del monopolio, abbiamo pensato di non chiedere in affitto un treno di Trenitalia (fino a 10.000 euro per 10 ore di affitto di un convoglio)ma di comprarlo con una raccolta fondi per la nostra Associazione».











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